Mettere un like sotto uno status update pubblicato su Facebook è cosa molto semplice – porta via meno di un secondo – altrettanto semplice è premere la stellina sotto un tweet, ossia cliccare sul tasto “Favourite”. Ma cosa ci porta a compiere questa operazione? Qual è il significato sotteso?
Un paper recentemente pubblicato da tre studiosi (due inglesi e uno tedesco) e intitolato «More than Liking and Bookmarking? Towards Understanding Twitter Favouriting Behaviour» svela le motivazioni principali che portano gli utenti di Twitter ad effettuare questa scelta.
Il significato di questo comportamento, secondo Meier, Elsweiler e Wilson, può essere segmentato in quattro macro aree:
1. Riconoscimento: l’utente riconosce la bontà del contenuto del tweet, lo apprezza, ne condivide la visione, il sentimento o l’opinione. In alcuni casi l’utente che clicca sulla stella apprezza in generale l’utente che ha scritto il tweet, anche se non lo specifico contenuto veicolato. In altri casi il click è poco specifico, ossia la semplice dimostrazione di una reazione (positiva) alla lettura del tweet, una specie di “feedback emozionale”, diciamo;
2. Egocentrismo: l’utente mette tra i favoriti tutti (o gran parte de) i tweet che lo riguardano, o meglio i contenuti che lo citano, che a lui sono rivolti o che comunque lo riguardano in maniera positiva. Si presume che citazioni negative non ricevano il click sulla stellina;
3. Bookmark: l’utente desidera segnarsi i contenuti da rileggere più avanti – in un secondo momento – perché magari quando ha visto il tweet non ha potuto approfondire, oppure vuole avere un luogo unico dove recuperare tutti i tweet che ritiene validi, interessanti, importanti o meritevoli di essere raccolti e conservati. Questo – va detto – è un uso davvero molto comune;
4. Accidentale: parecchi utenti semplicemente sbagliano. Cliccano sulla stella, pur non volendo, mentre si accingono ad effettuare un’altra operazione. Ciò accade soprattutto sui dispositivi mobili, dove i tasti sono molto piccoli ed è quindi più semplice fare “tap” sul tasto della stella senza volerlo.
A tutto ciò va anche aggiunto che spesso le motivazioni del “Favourite” non sono molto dissimili da quelle che portano gli utenti a fare “Retweet”, anche se quest’ultimo comportamento – ovviamente – ha una componente più “social”, nel senso che ha come funzione primaria quello di amplificare la portata del messaggio, permettendogli di arrivare ad una platea di lettori più ampia.
Non va nemmeno dimenticato che nell’analisi di questi atteggiamenti va sempre tenuta in una certa considerazione il fattore privacy, in quanto “preferire” un tweet, così come retwittarlo, è un’operazione pubblica. Gli utenti che ci seguono possono sempre vedere cosa abbiamo “stellinato” e cosa abbiamo rilanciato con un retweet. In altre parole, nella scelta di quale contenuto sottolineare possono entrare in gioco tanti elementi quali la vergogna, l’orgoglio, l’affermazione del sé, la formazione della personalità, la rappresentazione sociale dell’io pubblico, ecc.
Nota metodologica: dalla ricerca sono stati volutamente tenuti fuori i cosiddetti “Hate-fav”, cioè i casi in cui il tweet viene messo tra i preferiti ma per motivi di “odio”, cioè per ragioni esattamente contrarie a ciò per cui la funzione è stata concepita. Probabilmente questo campo potrebbe essere esplorato in futuro e portare ad una nuova ricerca molto simile.